Parliamo di Collettivo Cinetico e di questa bizzarra realtà che è Francesca Pannini: perché Francesca Pennini È PROPRIO UNA REALTÀ CONTEMPORANEA. 

Una delle artiste che definiscono oggi ciò che sarà l’arte di domani. 

Un genio nella sua creatività: sempre alla ricerca di quel qualcosa che dà successo, che fa clamore, che ti lascia basito e impotente davanti alla più evidente e schiacciante surrealtà. 

Che cos’è stato Amleto? “Essere o non essere?” Di certo è stato un meraviglioso successo, una serata teatrale ricca di risate e divertimento. Un po’ come uno Zelig teatralizzato per l’intramontabile scatola nera e omologato ai canoni di uno spettacolo partecipante ad un Festival Internazionale di Danza.

L’attenzione per i dettagli, il gusto nella scelta dei propri attori/artisti/performers.. ancora devo definirli.. tutti ottimamente dotati di masse muscolari sempre ben volentieri osservate dagli occhi felici del pubblico femminile. E a ragion veduta della ben cosciente stratega che da sempre si dimostra essere Francesca Pennini, non poteva non essere di coinvolgente ipnosi il suo shakespeariano lavoro su Amleto, un work in progress della performance, un gioco intrigante tra improvvisazione guidata e personale creatività dell’individuo lasciato allo sbaraglio.

Fantastica la simpatia e l’estrosa coordinazione dei tre anonimi attori scelti su audizione; sempre coerente l’insistente ricorso alla tecnologia e a tutti i metodi e strumenti tecnici e manuali che il teatro e la società contemporanea ci mettono a disposizione.. L’applausometro è stato il top, elemento kitsch per eccellenza: chissà se realmente ha rilevato i favori del pubblico.

Ha! Ha! Ha! Seriamente: all insegna della risata e del divertimento! Sempre più teatro che danza, ma per lo meno un conveniente investimento nella salute, in questa grande risorsa di cui tutti possiamo disporre: la risata!

Grande successo insomma. 

Di danza, dicevamo? Poca roba. Forse alcune sequenze di passi nei quali i tre performers si sono cimentati, mantenendo a fatica una sincronicità di movimenti e timing coerente con la musica. Di certo più efficaci ed esplosivi nell’esecuzione fisica di sequenze ginniche alla corda elastica: in questo ambito hanno indiscutibilmente il loro perché, e hanno chiaramente dato evidenza alla nota “funzionale” che anche in questo caso è stata a dir poco kitsch.

Nonostante tutto, sempre e sconvolgentemente ironici nella loro buffa e insistente presenza: quasi dei boia, mi verrebbe da dire, pronti superbamente a sopprimere i propri condannati Amleto, ponendo definitivamente fine alla loro tragedia. 

 

Insomma Francesca Pennini tra Clement Greenberg e lo spirito popartiano: un icona del suo genere, che se si danza dice poco, di arte dice molto❤️. 

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